User talk:Lalupa/Archivio 2024

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FORMICAI[edit]

Un giorno del 2014, al Circo di Massenzio, trovo una colonia di formicai, questa qui:

.

Dieci anni dopo, pascolando su Commons, la ritrovo citata in Wikiquote russo a illustrare una antologia di poesie che variamente citano formicai, la passo con Google Translate e risulta quanto segue:

Formicaio in versi

Formicaio sotterraneo (Roma)

Alcune formiche avevano una forza esorbitante, Di cui non si è mai sentito parlare nei tempi antichi; Anche lui (dice il suo storico ai fedeli) Potrebbe sollevare due grossi chicchi d'orzo! Inoltre, nel coraggio era considerato un miracolo: Ovunque vedi un verme, Immediatamente ci approfondì E ha persino camminato da solo su un ragno. <…> Qualcun altro la pensa così Intrattenitore, Che tuona nel girasole. E rimane stupito Solo il tuo formicaio.

— Ivan Krylov, “La formica”, 1819

Ho sognato che le scale erano ripide Mi ha condotto alla torre; dall'alto Ho visto Mosca come un formicaio; Sotto, la gente in piazza ribolliva E mi ha indicato con una risata, E mi vergognavo e avevo paura... E, cadendo a capofitto, mi sono svegliato... E tre volte ho fatto lo stesso sogno. Non è meraviglioso?

—Aleksandr Puškin, “Boris Godunov”, 1825

Ciu! fruscio - guardo: attorno a un ceppo marcio, Le fragole diventano rosse sopra il formicaio, E i rami maturi mi invitano...[14]

— Apollo Maykov, "Ed ecco di nuovo la città!" La palla torna a splendere...", 1856

Pinete. La strada è fulva. Sono seduto in una foresta di abeti rossi e accendo un fuoco. Resto seduto fino alla sera, a tagliare la legna... Il verde fogliame della betulla fruscia... Ape arrabbiata sui formicai, Sugli agarichi volanti e sulle bardane, Ronza e gira, stremato dal male. Conifere. La strada è argilla.[15]

— Igor Severyanin, “Forest Sketch” (dal ciclo “Ananas in Champagne”), 1911

Ma non puoi sottometterti a cos’altro puoi aprirti. Volti addolorati si alzeranno alla voce scongelata. E si seccherà come il sangue nel mezzo dello spostamento di denaro un formicaio così simile al firmamento e al paesaggio nero.[4]

— Ivan Zhdanov, “Neon”, 1980


Quanto a me, non rispondo della traduzione, ma mi è molto piaciuto il viaggio dei formicai

(2024 01 20)