File:Amperometro a bobina mobile, da quadro - Museo scienza tecnologia Milano 11855.jpg

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Author
Istrumenti di Misura C.G.S. S.p.A (costruttore)
Title
amperometro a bobina mobile, da quadro
Description
Italiano: Questo due strumento ha forma parallellepipeda ed un quadrante, che occupa tutta la superficie frontale, ricoperto e protetto da una lastra in vetro La scala di misura di forma ad arco di circonferenza, con zero a sinistra, permette misure di correnti continue comprese tra 0 e 30 A, con tacche ogni 0,5 unità ed indicazione numerica ogni 5 La lancetta indicatrice è imperniata nell'angolo in basso a destra del quadrante e in prossimità di questo punto è inserita una vite per la correzione dello zero Lo strumento è inserito in una scatola di forma trapezoidale in legno disposta a leggio. Sulla parte alta della scatola sono inseriti due morsetti a boccola collegati internamente con i connettori posti sullo strumento di misura interno.
Funzione

Misura della quantità di corrente continua circolante in un circuito elettrico

Modalità d'uso

L'amperometro deve essere inserito in serie nel circuito del quale si vuole misurare l'intensità di corrente Il funzionamento di uno strumento a bobina mobile si basa sulle azioni elettromeccaniche che si esercitano tra una bobina percorsa dalla corrente da misurare ed un magnete permanente La bobina, solidale con l'indice che segna la misura su una scala graduata, è libera di ruotare attorno ad un perno ed è inserita tra i due poli del magnete permanente piegato a ferro di cavallo La corrente viene addotta alla bobina tramite due molle a spirale che servono a creare la coppia antagonista La rotazione inizia a partire dalla posizione di zero, sino a raggiungere la posizione di equilibrio tra la coppia motrice suscitata dal passaggio della corrente e quella antagonista creata dalle molle La deviazione dell'indice è proporzionale alla corrente.

Notizie storico-critiche
Questo dispositivo faceva probabilmente parte del materiale in dotazione al "Centro di Fisica Sperimentale" dell'allora denominato "Museo della Scienza e Tecnica Leonardo da Vinci" di Milano L'idea del Centro di Fisica nacque contestualmente alla nascita del Museo: l'allestimento prevedeva una sezione di Fisica con scopi didattici che contenesse esperimenti in atto, a disposizione permanente del visitatore. Ma la visione di un evento all'interno di una vetrina non era sufficiente: iniziò così la raccolta di strumenti ed accessori moderni per realizzare esperimenti che potessero essere effettuati direttamente dall'utente Da subito questa attività sperimentale attirò l'attenzione di funzionari ministeriali ed insegnanti Nel frattempo, nel 1955, nel nuovo edificio del Museo, detto Monumentale, vennero collocati le aule, i laboratori, gli impianti, le officine, le sale studio, necessari per ospitare il nascente Centro di Fisica Sperimentale Nello stesso anno venne organizzato il primo corso per insegnanti degli Istituti Tecnici, organizzato dal prof. Tommaso Collodi, già Ispettore Centrale P.I. ed allora Direttore Didattico Nazionale per l'Istruzione Tecnica I risultati furono così soddisfacenti che anche i Licei e gli Istituti Magistrali cominciarono ad organizzarne per i loro professori Oltre alla qualità delle attività offerte, quest'iniziativa si inseriva in un contesto di difficoltà legate alla fine della Guerra , di povertà dei gabinetti scolastici, di scarsa preparazione di molti insegnanti Il Museo offriva alla Scuola uno strumento efficace ed immediato per risalire la china I corsi di aggiornamento dei professori, inizialmente della durata di sei giorni, divennero ben presto di dieci/quindici giorni e comprendevano: un gruppo di conferenze tenute da professori universitari o esperti qualificati, lezioni sperimentali, esercitazioni individuali o in piccoli gruppi, lezioni a livello secondario tenute dagli stessi partecipanti, proiezioni di materiale sul tema, visite d'istruzione Fin dall'inizio molte scuole cominciarono ad affluire al centro di Fisica con i loro studenti per assistere a lezioni sperimentali Il prestigio del Museo e del suo Centro di Fisica ebbero autorevolissimi riconoscimenti anche in campo internazionale soprattutto attraverso l'O.C.D.E. (Organisation de Coopération et de Développement Economique) che riconosceva l'importanza dell'insegnamento scientifico e promuoveva nuovi metodi d'insegnamento e di sperimentazione Altre due importanti iniziative si affiancarono, a metà degli anni sessanta, alle attività del Centro di Fisica: la creazione di una mostra permanente di materiale scientifico-didattico (realizzata con materiali forniti dalle ditte costruttrici) e la nascita di una biblioteca di consultazione specializzata riguardante l'insegnamento della Fisica a livello secondario Il Centro di Fisica, fiore all'occhiello del Museo, è rimasto in funzione fino al 1984.
Date between 1950 and 1974
date QS:P571,+1950-00-00T00:00:00Z/7,P1319,+1950-00-00T00:00:00Z/9,P1326,+1974-00-00T00:00:00Z/9
Medium materiale plastico
Dimensions height: 175 cm (68.8 in); width: 21 cm (8.2 in)
dimensions QS:P2048,175U174728
dimensions QS:P2049,21U174728
institution QS:P195,Q947082
Accession number
11855
References
  • Hospitalier E./ Montpellier J.A. (1901) L'Electricité à l'Exposition de 1900, Parigi, p. 50
  • Parazzoli A. (1903) Lezioni Elementari di Elettricità Industriale, Rome, pp. 322−324
Source/Photographer Catalogo collezioni (in it). Museoscienza.org. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Milano.
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current07:00, 21 May 2016Thumbnail for version as of 07:00, 21 May 20161,280 × 853 (274 KB)Federico Leva (WMIT) (talk | contribs){{ICCD TRC | institution = {{institution:Museoscienza}} | permission = {{cc-by-sa-4.0}} | RSR1 = Brenni, Paolo | CTP = Industria, manifattura, artigianato | AUT1R = costruttore | BIB2G = Lezioni Elementari di Elettricità Industriale | AUT1N = Istru...

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