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Italiano: Domenico Bellocchio, meglio conosciuto come Mimì, nacque a Ferrandina il 26 novembre 1932 (Ferrandina 1932 - 1988).

È stato poeta , scrittore, filantropo e poliglotta. Abitava nel rione Piana in Via Pietro Micca (attualmente Via Domenico Bellocchio).

Era diplomato alla scuola magistrale di Matera e sin dall’età di vent’anni abbracciò la fede religiosa degli Avventisti del Settimo giorno.

Era molto amato e aiutava gratuitamente i ragazzi negli studi; in cambio i vicini gli offrivano la carbonella per il braciere. Non stabiliva mai l’entità del compenso, affidandosi alla generosità della gente che gli offriva indumenti e generi alimentari.

Abitualmente distribuiva copie dei suoi scritti: poesie, proverbi, lettere, commedie e canti in italiano e vernacolo.

Conosceva molte lingue: tedesco, spagnolo, russo e greco antico. Aveva un acuto senso dell’umorismo nel cogliere gli aspetti paradossali della vita di paese che poi riportava nelle sue commedie teatrali in dialetto.

D’estate era solito passeggiare con un libro in mano e con lo sguardo pensoso rivolto verso la valle del Basento.

Lo spessore colto di Mimì, conoscitore di tante lingue, autore di diverse commedie in dialetto ferrandinese e di poesie, e quello cristiano di una vita esemplare hanno portato il Comune di Ferrandina a dedicare una strada del paese in ricordo del suo nome.

Una delle ultime sue poesie recita:

Come d’autunno cadon le foglie

Da un albero stanco

Così vola lontano

Ogni umana speranza ed ogni sogno

Della mia solitaria gioventù.

Solo un germoglio non si secca ancora

Anzi verdeggia in me continuamente…

Raggio di stella, celeste speranza

Che un nuovo mondo schiude agli occhi miei

Che contemplan le glorie di lassù.