File:Piallatrice per cilindri di cera - Museo scienza tecnologia Milano 08864 01.jpg

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piallatrice per cilindri di cera - Dictaphone Model S11.   (Wikidata search (Cirrus search) Wikidata query (SPARQL)  Create new Wikidata item based on this file)
Author
Dictaphone Corporation (costruttore)
Title
piallatrice per cilindri di cera - Dictaphone Model S11.
Description
Italiano: Apparecchio montato su carrellino, provvisto di quattro gambe poggianti su rotelle in gomma e di un coperchio avente una maniglia sul lato anteriore. La parte bassa del carrello è costituita da due cassetti estraibili dal lato destro; il cassetto più basso funge da porta cilindri, mentre il secondo cassetto raccoglie gli scarti della piallatura del cilindro. La piallatrice vera e propria è collocata sul piano superiore del carrello, apribile per accedere al motore elettrico. La piallatrice è costituita da un mandrino per i cilindri in cera e da un rasoio posto su un braccio sollevabile in metallo. L'albero del mandrino è infilato in un volano riparato da una copertura in metallo, al quale il motore trasmette la rotazione per mezzo di una cinghia di pelle. L'albero inoltre, per mezzo un'altra cinghia di pelle, mette in rotazione anche la vite senza fine che, ruotando, trascina il braccio del rasoio lungo una guida parallela al mandrino. L'abbassamento del rasoio sul cilindro avviene meccanicamente attraverso la pressione su una molla, bloccata da una levetta alla sinistra del rasoio; abbassando la levetta, la molla viene rilasciata e il rasoio si solleva. Il supporto destro del mandrino è apribile per l'inserimento del cilindro; una levetta, posta alla sinistra del mandrino, spinge il cilindro fuori dal mandrino. Al di sotto del mandrino è un'apertura che convoglia i residui di cera entro cassetto sottostante. L'interruttore per l'accensione della piallatrice è situato nell'angolo anteriore sinistro del piano superiore del carrello. Un supporto bipolare per il collegamento del vavo di alimentazione è collocato sul retro della macchina. Oltre al cavo elettrico per l'alimentazione, la piallatrice è provvista di 17 cilindri Nuphonic B7, 2 cilindri Non Static J2 e 6 cilindri J4.
Funzione

Lisciatura della superficie di un cilindro in cera mediante l'eliminazione di una precedente incisione, in modo da rendere nuovamente registrabile il cilindro.

Modalità d'uso

Introdurre un cilindro inciso sul mandrino. Inserire la spina nella presa di corrente ed abbassare il rasoio sul cilindro

Notizie storico-critiche
I dittafoni sono apparecchi che venivano prelaventemente impiegati negli uffici per la registrazione e la riproduzione di corrispondenza corrente, successivamente da dattilografare. I primi dittafoni derivarono dal fonografo brevettato da Thomas Alva Edison (1848-1931) nel 1877. Sfruttando le vibrazioni sonore, Edison riuscì a incidere, per mezzo di una puntina mossa dalle vibrazioni di una membrana, la superficie di un cilindro, mantenuto ad una velocità di rotazione costante; facendo ripercorrere alla puntina il solco dell'incisione con la stessa velocità, le oscillazioni della puntina trasmettevano a loro volta la vibrazione alla membrana, che riproduceva il suono precedentemente registrato. Inizialmente, la superficie del cilindro era ricoperta di stagnola, ma la bassa qualità del suono spinse alla sperimentazione di diversi supporti per l'incisione; per la produzione dei cilindri, vennero quindi adottati speciali impasti a base di cera in diverse combinazioni di ingredienti. A partire dall'ultimo decennio del 1800 prese avvio lo sfruttamento commerciale del fonografo per le registrazioni musicali. Dal 1893 tuttavia il cilindro dovette confrontarsi con la concorrenza del disco che andò progressivamente affermandosi durante il primo decennio del 1900, per giungere al definitivo abbandono dei cilindri nel 1929. Se il consumo domestico vide prevalere il disco, il cilindro trovò tuttavia un'applicazione negli uffici con la diffusione dei dittafoni per la registrazione della corrispondenza destinata ad essere successivamente dattilografata. Per questo scopo vennero sviluppate macchine specializzate, basate su un principio di funzionamento del tutto simile al fonografo di Edison, che comprendevano apparecchi registratori, apparecchi riproduttori e piallatrici per livellare la superficie incisa. L'utilizzo dei dittafoni a cilindri rimase diffuso fino agli anni '50 del 1900, quando vennero sostituiti da dispositivi magnetici.
Date between 1926 and 1926
date QS:P571,+1926-00-00T00:00:00Z/10,P1319,+1926-00-00T00:00:00Z/9,P1326,+1926-00-00T00:00:00Z/9
Medium pelle
Dimensions height: 805 cm (26.4 ft); width: 49 cm (19.2 in)
dimensions QS:P2048,805U174728
dimensions QS:P2049,49U174728
institution QS:P195,Q947082
Accession number
8864
References
  • Hemardinquer P. (1930) Le phonographe : et ses merveilleux progrès, Parigi
Source/Photographer Catalogo collezioni (in it). Museoscienza.org. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Milano.
Permission
(Reusing this file)
w:en:Creative Commons
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current12:00, 21 May 2016Thumbnail for version as of 12:00, 21 May 20162,187 × 3,280 (1.54 MB)Federico Leva (WMIT) (talk | contribs){{ICCD TRC | institution = {{institution:Museoscienza}} | permission = {{cc-by-sa-4.0}} | RSR1 = Brenni, Paolo | CTP = Industria, manifattura, artigianato | AUT1R = costruttore | AUT1N = Dictaphone Corporation | CMPD = 2008 | INV1N = 8864 | CTC = B...