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Viva Venezia!

Questo è il grido di tutta Italia esultante / e con questo grido sulle labbra io entro nel/la vostra Città.

M'invia quel Re, la cui vita fu consacrata / alla indipendenza nazionale, e il cui valore / sui campi di battaglia non ha pari che nella / sua lealtà, l'antica e gloriosa sua corona s'in/gemma del voto dei popoli.

Vengo in una Città a niun'altra seconda nel / mondo per memorandi fasti di armi, di politica, / di scienza, di commerci, di arti. E più cara / fecero all'Italia questa Città il lungo desi/derio, le penose ansietà, i travagli che essa / durò, il suo contegno, sì nobile e fermo, e la / ricordanza che dall'illustre suo Esule ven/ne la potente parola che le opinioni discrepanti / riunì in un solo scopo: UNITÀ E MONARCHIA.

Io sento altamente l'onore e la importanza del/l'ufficio commessomi d'iniziare gli ordini liberi / tra Voi, che con spontaneo voto avete a pronun/ziare sulle vostre sorti avvenire. E da mia parte vi / prometto buon volere, alacrità e sentimento profon/do del mio dovere, e con fiducia invoco, ciò che più va/le, il vostro operoso concorso. Imperocché ne' reg/gimenti liberi, il Governo s'informa del senno e / e della attività dei cittadini, e tanto opera e vale / quanto essi valgono e cooperano.

I popoli, che dopo lunghe lotte rivendicano / la propria indipendenza, se volgano la loro ener/gia ai varii rami del civile progresso, rapidi corro/no a prosperità e grandezza. Questo fatto ha ri/scontro nei vostri gloriosi annali, quando re/spinti gli inimici da queste lagune, la sapienza / e la virtù degli avi vostri fecero maravigliare / il mondo. Questo io spero ed auguro si rinnove/rà in Italia, si rinnoverà in Venezia, onde essa / riacquisti il suo antico splendore sotto forma / novella, e tanto più degna, perché ne rifulge / e si vantaggia l'intera Nazione.

Venezia li 20 ottobre 1866