File:Francesco De Michele (Francesco Gori Bruno).jpg

From Wikimedia Commons, the free media repository
Jump to navigation Jump to search

Original file (733 × 1,253 pixels, file size: 593 KB, MIME type: image/jpeg)

Captions

Captions

Add a one-line explanation of what this file represents

Summary

[edit]
Description
Italiano: Francesco De Michele (Francesco Gori Bruno)
Date
Source Own work
Author Daria Cecere 92

Licensing

[edit]
I, the copyright holder of this work, hereby publish it under the following license:
w:en:Creative Commons
attribution share alike
This file is licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.
You are free:
  • to share – to copy, distribute and transmit the work
  • to remix – to adapt the work
Under the following conditions:
  • attribution – You must give appropriate credit, provide a link to the license, and indicate if changes were made. You may do so in any reasonable manner, but not in any way that suggests the licensor endorses you or your use.
  • share alike – If you remix, transform, or build upon the material, you must distribute your contributions under the same or compatible license as the original.


Francesco De Michele nacque a Cesa il 7 gennaio 1911 da Alfonso De Michele e Maria Cristina D’Ettore. Il padre, medico e filantropo, lo educò all’amore per la storia e, nella ricca biblioteca paterna, il giovane mosse i primi passi di storico. La sua vita, afflitta da triste episodi, lo portò ad un progressivo isolamento che si manifestò in forme diverse: la morte del padre e, successivamente, quelle della sorella e della madre, ebbero una forte influenza sui suoi componimenti, infatti le due poesie scritte per i genitori ed il romanzo dedicato alla memoria della sorella scomparsa, testimoniano ampiamente lo stato d’animo dello scrittore. Conseguì la maturità classica e quella magistrale e riuscì ad ottenere un incarico di supplenza solo dopo la caduta del fascismo come danneggiato politico, essendo un accso antifascista. Nel 1972 conseguì, per amore e continuità di studio, la laurea in Filosofia presso l’Università di Napoli “Federico II”. I suoi talenti, però, erano già stati riconosciuti venti anni prima dalla Université Latine di Parigi che gli aveva conferito a laurea in Lettere honoris causa. Diede un contributo eccellente agli studi di Storia Patria, facedosi convinto assertore dell’insegnamento di Bartolommeo Capasso e Benedetto Croce che, nel 1876 insieme a Giuseppe De Blasis, Camillo Minieri Riccio e altri, fondavano la Società Napoletana di Storia Patria. Nel 1939 Francesco De Michele pubblicò “Abbozzo storico su Cesa”, che per la quantità del materiale documentario raccolto e la precisione delle note è da considerarsi un fiore all’occhiello della letteratura storica locale di primo ‘900.

Tra le monografie ricordiamo: “Cesa e Gricignano”, “Cesa dei nostri nonni”, “Cesa, Storia, tradizioni, immagini”. Le biografie riguardano invece: Francesco Bagno, Domenico Di Fiore, Antonio Malvasio, Giustino Marini, Alfonso De Michele, Francesco Verde, Mallonia d’Atella, Pietro Marso, Domenico De Tilla e altri. In particolare approfondì Bagno, Di Fiore e Malvasio, poiché esponenti della Rivoluzione Napoletana del 1799. La storia del Regno di Napoli e le vicende della Repubblica Napoletana costituirono per lui materia di studio fino alla fine della sua esistenza.

Nel ramo della letteratura pedagogica si collocano i primi lavori in prosa e in versi dove dà libero sfogo al suo potenziale educativo. Si inseriscono dunque le novelle “Il cardellino” e “Cocò”, il sonetto “Nicola” ed alcune raccolte di racconti.

La stagione lirica vera e propria fu inaugurata con le poesie “Vecchio Castagno”, “A Francesco Bagno”, “Vecchio Ciocchino” che, insieme a “A mia madre”, si posizionano nel più dignitoso poetico di fine secolo. Abbiamo poi il testo di una canzone, musicata dal Martinoia e incisa su disco, dal titolo “Nennella”.

Il romanzo autobiografico “Severo Melton nel 1943” è considerato il suo capolavoro in cui è narrata una vicenda amorosa incorniciata da una sequenza di riferimenti storici. In quest’opera l’autore preferì firmarsi Francesco Gori Bruno; il padre aveva scelto per lui tale nome per onorare la memoria dello spagnolo Francisco Ferrer, Pietro Gori e Giordano Bruno.

Tra il 1949 e il 1959 scrisse due opuscoletti: uno di carattere filosofico, “Dialogo sull’immortalità della fama”, l’altro di argomento politico, “La fede socialista di Edmondo De Amicis”, mentre nel 1990, con “Massime e Sentenze”, lo scrittore invitava i lettori alla riflessione per raggiungere arrivare ad un miglioramento etico.

Costretto dalle cattive condizioni di salute ad uno stato di seminfermità fisica, trascorse gli ultimi anni abbandonato e incompreso, eccezion fatta per le cure amorevoli di familiari e pochi amici tra cui Ettore Danzatore e Angiolillo Oliva.

L’ultima soddisfazione letteraria arrivò poco prima della sua morte, dall’amicizia disinteressata dell’artista Re Felice, il quale concorse alla pubblicazione dei “Bozzetti di vita militare” dello scrittore, che attendevano la stampa insieme ad altri lavori inediti, curandone la copertina e le illustrazioni interne. Morì a Cesa il 13 dicembre 1997.

File history

Click on a date/time to view the file as it appeared at that time.

Date/TimeThumbnailDimensionsUserComment
current12:23, 7 March 2021Thumbnail for version as of 12:23, 7 March 2021733 × 1,253 (593 KB)Daria Cecere 92 (talk | contribs)Cross-wiki upload from it.wikipedia.org

There are no pages that use this file.

Metadata