File:Dittafono a cilindri - Museo scienza tecnologia Milano 08877 dia.jpg

From Wikimedia Commons, the free media repository
Jump to navigation Jump to search

Original file(1,280 × 2,004 pixels, file size: 286 KB, MIME type: image/jpeg)

Captions

Captions

Add a one-line explanation of what this file represents
dittafono a cilindri - Ediphone.   (Wikidata search (Cirrus search) Wikidata query (SPARQL)  Create new Wikidata item based on this file)
Author
Thomas A. Edison Inc. (costruttore)
Title
dittafono a cilindri - Ediphone.
Description
Italiano: L'apparecchio è costituito da un corpo in ghisa, verniciato di nero, montato su un carrellino interamente in metallo, anch'esso verniciato di nero e dotato di quattro ruote in gomma dura. Nella parte bassa del carrello è presente una mensola, al di sopra della quella è collocato un portacilindri, provvisto di nove spazi, disposti su tre file. Il dittafono vero e proprio è montato sulla sommità del carrellino ed è costituito da una base in ghisa, all'interno della quale sono sistemati il motore e i circuiti elettrici, e da un piano superiore, dove si trovano il mandrino e la testina di riproduzione. Il piano superiore è sollevabile per accedere direttamente al motore e ai circuiti, per la riparazione o la sostituzione delle parti. L'asse del mandrino è infilato in un volano riparato da una copertura in metallo, al quale il motore trasmette la rotazione per mezzo di una cinghia di pelle. Sul lato destro del mandrino è presente una manopola, schiacciando la quale si spinge in fuori il cilindro. L'asse del mandrino inoltre, per mezzo di ruote dentate, mette in rotazione anche la vite senza fine che, ruotando, trascina il supporto della testina lungo una guida parallela al mandrino. Una leva situata sul braccio portatestina comanda l'abbassamento e il sollevamento della testina dal cilindro. Il diaframma presenta un'imboccatura per l'inserimento del tubo della cuffia. Sul lato frontale dell'apparecchio è presente un gancio rivestito di gomma per appendere le cuffie; col sollevamento della cuffia, il gancio viene alzato da una molla che comanda l'accensione del dittafono. Al di sopra di questo gancio è fissato un vassoietto per l'inserimento del blocchetto di foglietti con le annotazioni dei dati dell'incisione. Sul lato posteriore dell'apparecchio si trovano la presa d'aria per il motore elettrico e due supporti, bipolare per il cavo di alimentazione e quadripolare per il collegamento dei comandi a distanza. Il dittafono è accessoriato con un telo di copertura, un cavo elettrico per l'alimentazione e una pedaliera elettrica per i comandi a distanza, dotata di due pulsanti per l'avvio della riproduzione e il riascolto del cilindro e di due gancini laterali per un opportuno posizionamento della pulsantiera in base alle esigenze della dattilografa.
Funzione

Riproduzione di suoni incisi su cilindro di cera

Modalità d'uso

Introdurre un cilindro di cera sul mandrino. Inserire la spina nella presa di corrente ed accendere il dittafono sollevando la cornetta. Utilizzare la leva sul braccio per l'abbassamento della testina sul cilindro o per il suo sollevamento. Indossare la cuffia per l'ascolto della riproduzione. Utilizzare i comandi a distanza per l'avvio della riproduzione o per il riascolto di parte dell'incisione.

Notizie storico-critiche
I dittafoni sono apparecchi che venivano prelaventemente impiegati negli uffici per la registrazione e la riproduzione di corrispondenza corrente, successivamente da dattilografare. I primi dittafoni derivarono dal fonografo brevettato da Thomas Alva Edison (1848-1931) nel 1877. Sfruttando le vibrazioni sonore, Edison riuscì a incidere, per mezzo di una puntina mossa dalle vibrazioni di una membrana, la superficie di un cilindro, mantenuto ad una velocità di rotazione costante; facendo ripercorrere alla puntina il solco dell'incisione con la stessa velocità, le oscillazioni della puntina trasmettevano a loro volta la vibrazione alla membrana, che riproduceva il suono precedentemente registrato. Inizialmente, la superficie del cilindro era ricoperta di stagnola, ma la bassa qualità del suono spinse alla sperimentazione di diversi supporti per l'incisione; per la produzione dei cilindri, vennero quindi adottati speciali impasti a base di cera in diverse combinazioni di ingredienti. A partire dall'ultimo decennio del 1800 prese avvio lo sfruttamento commerciale del fonografo per le registrazioni musicali. Dal 1893 tuttavia il cilindro dovette confrontarsi con la concorrenza del disco che andò progressivamente affermandosi durante il primo decennio del 1900, per giungere al definitivo abbandono dei cilindri nel 1929. Se il consumo domestico vide prevalere il disco, il cilindro trovò tuttavia un'applicazione negli uffici con la diffusione dei dittafoni per la registrazione della corrispondenza destinata ad essere successivamente dattilografata. Per questo scopo vennero sviluppate macchine specializzate, basate su un principio di funzionamento del tutto simile al fonografo di Edison, che comprendevano apparecchi registratori, apparecchi riproduttori e piallatrici per livellare la superficie incisa. L'utilizzo dei dittafoni a cilindri rimase diffuso fino agli anni '50 del 1900, quando vennero sostituiti da dispositivi magnetici.
Date between 1927 and 1927
date QS:P571,+1927-00-00T00:00:00Z/10,P1319,+1927-00-00T00:00:00Z/9,P1326,+1927-00-00T00:00:00Z/9
Medium pelle
Dimensions height: 91 cm (35.8 in); width: 43 cm (16.9 in)
dimensions QS:P2048,91U174728
dimensions QS:P2049,43U174728
institution QS:P195,Q947082
Accession number
8877
References
  • Hemardinquer P. (1930) Le phonographe : et ses merveilleux progrès, Parigi
  • Chew V.K. (1967) Talking machins 1877 -1914 : Some aspects of the early history of the gramophone, London
  • Assante E./ Ballanti F. (2004) La musica registrata, Rome
Source/Photographer Catalogo collezioni (in it). Museoscienza.org. Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, Milano.
Permission
(Reusing this file)
w:en:Creative Commons
attribution share alike
This file is licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.
You are free:
  • to share – to copy, distribute and transmit the work
  • to remix – to adapt the work
Under the following conditions:
  • attribution – You must give appropriate credit, provide a link to the license, and indicate if changes were made. You may do so in any reasonable manner, but not in any way that suggests the licensor endorses you or your use.
  • share alike – If you remix, transform, or build upon the material, you must distribute your contributions under the same or compatible license as the original.

File history

Click on a date/time to view the file as it appeared at that time.

Date/TimeThumbnailDimensionsUserComment
current12:00, 21 May 2016Thumbnail for version as of 12:00, 21 May 20161,280 × 2,004 (286 KB)Federico Leva (WMIT) (talk | contribs){{ICCD TRC | institution = {{institution:Museoscienza}} | permission = {{cc-by-sa-4.0}} | RSR1 = Brenni, Paolo | CTP = Industria, manifattura, artigianato | AUT1R = costruttore | BIB2G = Talking machins 1877 -1914 : Some aspects of the early history...

Metadata