File:Cristina di Lorena granduchessa vedova di Toscana.jpg

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Summary

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Artist
Unknown 17th Century Tuscan painter
Unidentified painter  
 
Description 17th-century portrait painting of men, with unspecified, unmentioned, unidentified artist. AnonymousUnknown author / Unknown artist. Unknown date
Unknown date
.
Description
English: Portrait of Christina of Lorraine (1565-1637), wife of Ferdinando I de' Medici (1549-1609), as widow
Italiano: Ritratto di Cristina di Lorena
Notizie storico-critiche

"Il dipinto era tradizionalmente considerato il ritratto della poetessa bresciana Veronica Gambara (1485-1550). È riscontrata la presenza di due biglietti con grafia ottocentesca sul telaio moderno (probabilmente trasportati dal vecchio telaio) che recitano VERONICA GAMBARA / PATRONA E SIGNORA / DI CORREGGIO 1456. Dopo un'attenta lettura cronologica, iconografica e stilistica, si è giunti alla conclusione che l'opera è del XVII secolo e ritrae Cristina di Lorena (1565-1637), moglie di Ferdinando I Granduca di Toscana. Per cominciare, l'abbigliamento della gentildonna è conforme alla moda seicentesca. Inoltre, se si presta attenzione alle indicazioni simboliche e iconografiche poste dall'artista nel ritratto, è facile scoprire l'identità del personaggio: sul tavolo poggia una corona con gemme identificabile con quella della famiglia de' Medici (vi si riconoscono i gigli fiorentini collocati al culmine delle punte auree); la fisionomia della donna e l'abito vedovile corrispondono in pieno a quelli di altri suoi ritratti realizzati da grandi ritrattisti di corte, come Tiberio Titi e Justus Sustermans; infine, il medaglione portato accanto alla cintura riproduce un ritratto in miniatura del marito Ferdinando I, morto nel 1609 (per cui il quadro è stato realizzato sicuramente dopo quell'anno). Per quanto riguarda l'analisi stilistica, la costruzione dell'immagine riconduce al modulo compositivo codificato da Tiberio Titi (Firenze 1573-1627), inventore dello "state portrait" di Cristina di Lorena, ma è palese anche l'influenza della ritrattistica fiamminga rappresentata da Justus Sustermans (Anversa 1597-Firenze 1681). La nostra opera è, perciò, accostabile alla produzione di un maestro di corte che ancora vede in Tiberio Titi un ottimo referente. E' curioso osservare che l'opera venne appesa da Ugo Da Como tra un'immagine della Vergine Annunciata, tradizionalmente considerata icona di famiglia venerata dai Medici e il ritratto di Cosimo II, figlio di Cristina di Lorena: ciò testimonia la consapevolezza del senatore della vera identità dell'effigiata. Ugo Da Como acquistò il dipinto dall'antiquario Arturo Bottarelli (Bardi 1859-Broni 1939), del quale presso l'archivio della Fondazione si conserva la corrispondenza epistolare raggruppata in una busta, sulla quale Da Como annotò: "Acquisto ritratto di Veronica Gambara (in restauro Milano)": bisogna, quindi, ipotizzare che il dipinto venne sottoposto ad un intervento di restauro appena successivo all'acquisto (dopo il 1932), ma del quale non si ha alcuna notizia. Compreso nelle voci "48 ... un ritratto di donna 600 con cornice ritratto di Vittoria Colonna L. 400" dell'inventario 1941 e "93. Quadro grande" dell'inventario 1944." [1]

Date between 1609 and 1637
date QS:P571,+1650-00-00T00:00:00Z/7,P1319,+1609-00-00T00:00:00Z/9,P1326,+1637-00-00T00:00:00Z/9
Medium oil on canvas
medium QS:P186,Q296955;P186,Q12321255,P518,Q861259
Dimensions height: 116.5 cm (45.8 in); width: 93.5 cm (36.8 in)
dimensions QS:P2048,116.5U174728
dimensions QS:P2049,93.5U174728
institution QS:P195,Q55375923
Source/Photographer http://www.lombardiabeniculturali.it/opere-arte/schede/6a010-00117/

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