File:Aquila bicipite Ferrandina.jpg

From Wikimedia Commons, the free media repository
Jump to navigation Jump to search

Original file(640 × 640 pixels, file size: 75 KB, MIME type: image/jpeg)

Captions

Captions

Add a one-line explanation of what this file represents

Summary

[edit]
Description
Italiano: Non è facile intuire le ragioni per le quali, nella prima metà del secolo XVII, si pensò ad una scultura lignea raffigurante un’aquila bicipite, come custodia del prezioso reliquiario Quattrocentesco del Legno Santo di Croce. Fini ad allora il reliquiario o era stato conservato in qualche custodia di altare o era stato sempre esposto ai fedeli. Nella visita apostolica fatta dal vescovo Giustiniani a Ferrandina il 26 Novembre 1595, tra gli altri rilievi è detto, “nell’altare maggiore si facci la custodia per tenere il SS.mo Sacramento. In quell’altare ove oggi sta il SS.mo Sacramento si metteranno le reliquie, si farà un velo nuovo che sia bello e decente e se metterà al reliquiario dove sta il Legno di S.ta Croce”. Nel documento non viene fatto alcun cenno dell’aquila bicipite che troviamo circa il 26 Maggio 1726, quando il vescovo Positano visita, tra l’altro, “Altare della Croce con cancelli lignei, il fornice di tutto l’altare (l’alzata) con colonne, baldacchino con l’aquila bicipite nella quale è conservata la Croce”. Entro queste due date bisogna collocare la committenza e la realizzazione dell’aquila bicipite, che da un punto di vista stilistico, si può datare intorno alla prima metà del secolo XVII. E’ opportuno fare qualche cenno sulla simbologia di questo rapace, per un ipotetico tentativo di accostamento al Legno Santo della Croce. Il Neubecher dice:

“ Sia per ragioni di natura biologica sia per le loro caratteristiche intrinseche, i grandi rapaci predatori (gli Acipitridae, come preferiscono definirli gli zoologi), sono predestinati a rappresentare il mondo divino, in contrapposizione al mondo umano. Di conseguenza, non stupisce affatto che l’aquila ed altri rapaci, siano ormai diventati il simbolo per eccellenza del cielo e delle divinità. Si può, pertanto, attribuire all’aquila una simbologia religiosa. Nel nostro caso, tuttavia, siamo in presenza di un’aquila bicipite che già presso gli Ittiti era simbolo di sovranità. Tale simbologia, unita a quella imperiale, figura nello stemma del Sacro Romano Impero, in quello degli Imperatori Bizantini, degli Aragonesi, dei Borboni. Osserva lo storico locale S. Centola a proposito dell’aquila bicipite, “ emblema simboleggiante l’unione spirituale dè due imperi d’Oriente e d’Occidente, uniti sotto lo scettro nel grande Costantino”. La tipologia iconografica abbastanza rara se non unica, almeno in Basilicata, è la dose maggiore di questa scultura. Colpisce subito la sua dichiarata “araldicità” espressa con la scelta del soggetto contenitore di marca prevalentemente laica. Se non si fosse conservata la portella ovale, che dichiara nell’intaglio le forme dell’oggetto conservato, si sarebbe pensato sicuramente ad uno stemma araldico che avesse perso le proprie insegne. E invece proprio la sua insegna, l’effige del reliquiario del Legno Santo di Croce, ci indirizza verso la giusta esegesi. Pur tuttavia, l’insieme mantiene, alla fine, la sensazione di una valenza marcata. Il soggetto, riconducibile direttamente nell’ambito del repertorio araldico alle più note raffigurazioni di stemmi regali ed imperiali per la presenza di un corpo bicipite, ad un’attenta lettura, presenta delle caratteristiche abbastanza interessanti dal punto di vista stilistico ed iconografico. La raffigurazione dell’aquila s’ispira, specie nell’impostazione della testa, della coda e degli artigli, ad esemplari molto più antichi, vicini a quelli di alcune stoffe bizantine.

Il rilievo centrale, poi, riproduce il modello del reliquiario in argento e cristallo, come se, se ne fosse voluta la continua ostensione per la venerazione dei fedeli. E tale convinzione è suffragata dalla presenza, ai due lati, di due angeli genuflessi sul tipo dell’adorazione del SS.mo Sacramento, di rigida osservanza controformata. La reliquia fu probabilmente portata in occidente dalla terra Santa alla fine del XIII secolo da Roberto Sanseverino: agli inizi del 400 fu commissionata dagli stessi Sanseverino il reliquiario d’argento, come risulta dagli stemmi posti sulla base della stauroteca. La custodia lignea fu probabilmente eseguita tra il 1630 e il 1633, quando la cattedrale fu ricostruita e la stauroteca venne dotata di una cornice raggiata (la custodia di cuoio del reliquiario porta la data 1630). Non conosciamo il nome dell’autore, ma tanto il modellato dell’intaglio, quanto il tipo di doratura, e, soprattutto, la raffigurazione centrale farebbero pensare ad un rappresentante della folta schiera d’intagliatori che nel XVII secolo operarono in Basilicata alle dipendenze dei vescovi e ordini religiosi. Un accostamento stilistico e tipologico potrebbe istituirsi con le due formelle superiori della porta lignea della chiesa di S. Giovanni Battista ad Acquaformosa in Calabria.
Date
Source Own work
Author Eustachio Vincenzo Scasciamacchia

Licensing

[edit]
I, the copyright holder of this work, hereby publish it under the following license:
w:en:Creative Commons
attribution share alike
This file is licensed under the Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International license.
You are free:
  • to share – to copy, distribute and transmit the work
  • to remix – to adapt the work
Under the following conditions:
  • attribution – You must give appropriate credit, provide a link to the license, and indicate if changes were made. You may do so in any reasonable manner, but not in any way that suggests the licensor endorses you or your use.
  • share alike – If you remix, transform, or build upon the material, you must distribute your contributions under the same or compatible license as the original.

File history

Click on a date/time to view the file as it appeared at that time.

Date/TimeThumbnailDimensionsUserComment
current17:36, 17 September 2018Thumbnail for version as of 17:36, 17 September 2018640 × 640 (75 KB)EustachioVincenzo (talk | contribs)User created page with UploadWizard

There are no pages that use this file.

Metadata