File:Antifonario Ferrandina.jpg

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Description
Italiano: Membr. Latino, mm 543 x 375, sec. XV, cc. 184 con numerazione doppia: una coeva, in cifra romane e minio, segnata nel margine esterno del verso in ciascuna carta, l’altra posteriore e discontinua, in cifre arabe, nell’angolo in alto del recto; multiplo di una carta tra c. 5 e c. 6 e di un consistente numero di carte alla fine, come si rileva dalla progressione numerica a cifre romane interrotta tra questo e il successivo. È composto prevalentemente da fascicoli di 8 carte (quaternioni) con ricami in calce ad ognuno. Correzioni e annotazioni di epoche successive sparse nel testo. Scrittura Gotica in linea, inchiostro nero, titoli e didascalie rubricati, colonne e righe tracciate a secco, iniziali rosse e blu; notazione quadrata e romboidale su tetragrammi rossi (5 tetragrammi per pagina) corretta o integrata da mani posteriori. Con il manoscritto successivo forma un graduale temporale per totum annum e contiene le parti cantate delle Messe dalle domeniche di Avvento alla domenica delle Palme. Le pagine finali mancanti dovevano contenere le parti cantate delle Messe della Settimana Santa. Legatura non originale in assi e pelle marrone recentemente restaurata con cantonali e borchie di metallo; fogli di guardia cartacei. Stato di conservazione discreto del codice nel suo insieme, ma alcune pagine sono rozzamente restaurate, rifilate e rattoppate; la decorazione di alcune iniziali maggiori risulta irrimediabilmente perduta. La decorazione, - priva di elementi figurati – è costituita da iniziali tipologicamente divisibili in tre gruppi:

1) Di maggiori dimensioni, inquadrate su fondo oro costituiscono un gruppo omogeneo. Sono le più eleganti e raffinate per la cura descrittiva e cromatica degli spazi interni in cui si svolgono e s’intrecciano elementi fitomorfi. I colori usati sono il rosso, il rosa, l’azzurro, il verde, il viola, l’arancio, in audaci e contrastanti accostamenti e tonalità armonizzanti con notevole capacità tecnica e creativa, eseguite da una medesima mano, non sempre s’inseriscono perfettamente nei vuoti del testo, al quale talvolta si sovrappongono o dal quale si distanziano, forse perché condotte non in stretta concomitanza con l’amanuense. Queste preziose cifre, nelle quali la trama grafica e i colori organicamente si fondono, sono opera di un miniatore non solo abile nelle tecniche esecutive e conoscitore della miniatura tardo-gotica meridionale, ma attento alla cultura figurativa meridionale, soprattutto architettonica, che dal tardo-gotico al periodo rinascimentale introduce e valorizza tutta una nuova tipologia decorativa, riscontrabile principalmente nell’arte Aragonese, ricca e sontuosa. Di questo gusto decorativo è partecipe questo miniatore quando non si limita alla ricerca del solo effetto cromatico, ma riesce a dare agli elementi vegetali e alle stesse lettere un vigore plastico quasi esuberante. 2) Prive di fondo dorato, sono graficamente lineari ed essenziali nell’abbinamento di un colore azzurro, rosa, giallo) con l’oro;

3) In un solo colore, sono inquadrate in un campo di colore contrastante (giallo e verde, rosso e blu) talvolta sommariamente arabescato. Alcune sbavature di colore, l’uso della tempera, una trascurata e sommaria tecnica di esecuzione, oltre che un differente gusto decorativo fanno ipotizzare l’intervento di un altro decoratore meno abile e meno colto del precedente.
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Source Own work
Author Eustachio Vincenzo Scasciamacchia

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